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Intervista ad Antonio Musarra, Past President AAIITO

04/10/2020

In base alla sua esperienza sul campo, qual è stato l’impatto dell’emergenza Covid-19 sui pazienti con asma grave?

Nella fase acuta della pandemia abbiamo dovuto limitare l’accesso dei pazienti in ospedale per ridurre il rischio di contrarre l’infezione, suggerendo loro di continuare regolarmente la somministrazione dei farmaci prescritti e di evitarne per qualunque motivo l’interruzione. Laddove possibile, si è suggerito di proseguire la terapia con i farmaci biologici ricorrendo all’auto-somministrazione. Ovviamente la pandemia ha avuto un certo impatto sulla gestione del paziente, modificando il tradizionale rapporto con il medico attraverso il ricorso a soluzioni alternative. In particolare si è cercato di implementare la telemedicina, principalmente nei pazienti con asma lieve e moderata, utilizzando la consultazione telefonica o telematica. Nel complesso si può dire che, a parte qualche comprensibile ritardo e un certo disorientamento nella fase iniziale della pandemia, l’impatto che questa ha avuto sui pazienti con asma grave sia stato abbastanza contenuto.

Dal punto di vista della comunicazione, ritiene che di asma grave si parli abbastanza, e con cognizione di causa?

Negli ultimi anni si parla molto di asma grave ma principalmente all’interno della comunità scientifica degli specialisti, pneumologi e allergologi, quindi con grande cognizione di causa. Negli altri ambiti –mi riferisco alla medicina generale, alla popolazione, ai decisori, agli stessi potenziali pazienti – credo che la comunicazione sia ancora insufficiente e non sempre del tutto appropriata. C’è ancora molto da fare per riuscire a superare una serie di barriere e avere diagnosi corrette e tempestive, efficaci gestioni terapeutiche e adeguati follow-up dei pazienti. Due criticità su tutte vanno risolte: la mancanza di consapevolezza dell’asma grave sia da parte dei pazienti che dei medici e la mancanza di una rete che favorisca lo scambio di informazioni tra coloro che sono coinvolti nella gestione e nel trattamento dei pazienti con asma grave.

Quali sono al momento, sia dal punto di vista diagnostico sia terapeutico, le novità più confortanti per il paziente con asma grave?

Oggi sappiamo che non tutte le forme di asma grave sono uguali. Dal punto di vista diagnostico è possibile stabilire, attraverso l’utilizzo di specifici indicatori biologici detti biomarcatori, di che tipo di asma grave soffre il nostro paziente. In sostanza, attraverso l’uso dei biomarcatori, si possono identificare i meccanismi infiammatori della sua asma. Naturalmente se tutto finisse con l’identificazione del tipo di infiammazione potremmo parlare solo di un progresso parziale. Fortunatamente disponiamo anche di strumenti terapeutici quali i nuovi farmaci biologici, ovvero anticorpi monoclonali diretti verso alcuni dei principali mediatori dell’infiammazione, che ci consentono di colpire con estrema precisione il bersaglio. In sostanza le novità consistono nella possibilità di definire i meccanismi molecolari che causano l’asma grave nel nostro paziente (l’endotipo) e nell’utilizzare la terapia più adatta ad agire su tali meccanismi. Queste importanti novità, in grado di modificare in maniera sostanziale il decorso della malattia e la qualità di vita di questi pazienti, dovrebbero essere un elemento centrale della comunicazione e della informazione su questa malattia.