fbpx

Intervista a Riccardo Asero, Presidente AAIITO

19/10/2020

Riccardo Asero
Responsabile dell’Ambulatorio di Allergologia della Clinica San Carlo (Paderno Dugnano) e Presidente della Associazioni Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AAIITO).

In base alla sua esperienza sul campo, qual è stato l’impatto dell’emergenza Covid-19 sui pazienti con asma grave?

Non è facile dirlo con certezza. Inizialmente si pensava che l’asma rappresentasse una condizione favorente l’infezione severa da COVID-19, ma poi si è visto che in realtà era un fattore protettivo in tal senso (almeno per quanto riguarda l’asma con componente infiammatoria Th2). Le raccomandazioni della nostra società scientifica, emanate all’inizio della pandemia, puntavano proprio a incoraggiare i paziente a continuare i trattamenti specialistici prescritti in maniera costante.

Dal punto di vista alimentare, ci sono cibi che il paziente con asma grave è consigliabile non consumi? E quali invece da privilegiare?

Nei pazienti con allergia alimentare dovuta a sensibilizzazione a proteine stabili esiste il rischio di asma (associato ad altre manifestazioni cliniche quali orticaria, rinite, ipotensione, ecc.) in corso di reazione allergica. Chiaramente in chi è affetto da asma grave questo rappresenta un serio pericolo. In assenza di tale condizione non raccomandiamo alcuna dieta specifica.

Proprio considerando il suo ruolo all’interno dell’AAIITO, quali ritiene siano gli aspetti da migliorare per la gestione ottimale del paziente con asma grave?

La gran parte dei pazienti asmatici, compresi quelli con asma grave, è trattata in maniera inadeguata e spesso non è consapevole della severità della propria condizione. E’ importante la fenotipizzazione per ottimizzare i trattamenti e per introdurre il farmaco biologico più appropriato nel paziente che non risponde alle terapie mediche tradizionali.